La Chiesa di San Giuseppe, secondo degli antichi atti notarili, esisteva gia nel 1574 ma a quell’epoca ne era titolare san Giacomo e nei suoi pressi vi era anche un “hospitale” inteso come ricovero per i poveri, che stando a quanto asseriva don Nicola Cupelli, in un suo manoscritto degli inizi dell’ 800, circa le origini di Lago “ al lato di detta chiesa vi sono li vestiggi di uno hospitale, che per tradizione voglion essere costruito dà soldati spagnuoli in tempo che si edificò la Padria di Lago, essendo per protettore San Giacomo Apostolo”. Solo verso la metà del ’700 assunse la denominazione che ancora oggi è usuale e cioè chiesa di san Giuseppe.Intorno al 1575, la chiesa era delimitata dalla “via pubblica” detta “mondizzaro”, da una parte e, da un’altra, con una vinella che andava alla casa di Andrea Bruno. Tutto intorno, vi erano orti e la zona, che era fuori dell’abitato, si chiamava Santo Jacono. L’agglomerato urbano del nostro paese sorgeva più sotto ed iniziava in prossimità della via che scendeva a Laghitello l’attuale via dei coltellinai, che al tempo aveva il nome di via delle “forgie”.
Stando a un atto notarile redatto dal notaio Juliano , il 3 di ottobre dello stesso anno un tale Pietro Bruno , conferì la dote di dieci ducati annui per edificare in tale chiesa una cappella intitolata a San Pietro e con l’obbligo di celebrare tre messe alla settimana per la sua anima. Il cappellano D. Perfetto Mafaro si sarebbe fatto carico di avere l’autorizzazione dal vicario di Cosenza. Cosa che poi non avvenne poiché non si trovano tracce su altri documenti successivi di una tale cappella nella chiesa di San Giacomo.
Sin dal 1582 si ha notizia dell’arciconfraternita di San Giacomo i cui membri godevano della sepoltura particolare all’interno della chiesa. Di tale confraternita si ha notizia che nel 1684 il cappellano D. Francesco Scanga, era anche Padre Spirituale.
Giannuzzi Savelli in un suo manoscritto indirizzato a un nobile di Laghitello così asseriva :” L’altra Congregazione di San Giuseppe è situata verso la fine del paese, nel posto chiamato “mondizzaro” quando si vuole andare al convento degli Agostiniani. All’altare maggiore vi è il quadro della Concezione, con San Giacomo e San Giuseppe; vi si celebra in ogni festa e vi sono altre 28 messe l’anno, per legato di congregatori, con la rendita di annui ducati 2.80. A detta Confraternita stanno ascritti 400 fratelli di ceto misto, che vestono con sacco e mozzetta rossa”.
Nel 1776 Si ottenne il “Beneplacito Reale” allo Statuto con le regole della “ Venerabile Congregazione di Maria SS. Immacolata S, Giuseppe e S. Giacomo”, il cui diploma su pergamena munito del sigillo di Ferdinando IV re di Napoli è tuttora conservato nell’Archivio Parrocchiale.
Nel 1828 dalla relazione dell’ordinario Diocesano che il quell’anno la visitò, si evince che oltre all’altare Maggiore che aveva il titolo di San Giuseppe vi erano anche gli altarini di Maria SS. Addolorata in “cornu Evangelii” e quello dell’Arcangelo S. Raffaele in “cornu Epistolae”
Nel 1831 era “negli atti della sua edificazione la sacra torre”
Intorno agli ultimi anni del 1800 sotto la direzione artistica del artista barone Pasquale Mazzotti e con la valentìa degli insuperati artigiani fratelli Stancati la chiesa venne ampliata ed abbellita con stucchi e colonne in stile neoclassico.
Anche la torre campanaria da pianta ottagonale venne ristrutturata in armonia con la facciata con colonne e capitelli corinzi.
Nel 1996 ad iniziativa del comitato festeggiamenti, con le offerte accantonate nel corso della raccolta per le festività di San Giuseppe, si provvedeva al restauro della facciata degradata dal tempo e negli anni successivi oltre che a completare tale lavoro si è portato a compimento anche il recupero della torre campanaria.
Bibliografia : Chiatto Sergio – Storia di Lago e Laghitello attraverso le locali istituzioni ecclesiastiche. – Cosenza 1992
Giovanni Giannuzzi Savelli : Cenni storici sul comune di Lago – 4 ottobre 1905
Sac. Don Nicola Capelli – Narrazione Storica