Za Rahevuzza e Cisch-cu

Realizzata nel 1928, è l’unica figura che ritrae una nostra compaesana

che abitava dinnanzi alla chiesa di San Giuseppe,

evidentemente il modo di vestire della nostra cara signora

incuriosì mastro Girlando che pensò di tramandare ai posteri attraverso

questa statua le sue fattezze…

Autori del presepe dal 1928 ad oggi

una piccola storia di casa nostra

Della creazione dei pastori della chiesa san Giuseppe, sappiamo la storia perché raccontata da mastro Girlando Politano (Lago 14 ottobre 1912/ 22 marzo 1988)

in varie occasioni e in modo più approfondito durante un intervista da lui rilasciata alla emittente televisiva Telespazio Calabria nel 1986.

Ben poco sapevamo pero di chi adopero negli anni seguenti i suoi pastori per realizzare il presepe nella chieda di san Giuseppe, tra il 1928 ed il 1975,

Recentemente, grazie ai racconti di mio zio Egisto Zaccaria, ho ricostruito le parti mancanti di questa storia che fra qualche anno compirà il secolo di vita.

Ricordiamo che il cappellano della chiesa di san Giuseppe era don Nicola (Leopoldo Mariano) Muti, (Lago 21 febbraio 1874/ 29 ottobre 1960) ma i pastori vennero commissionati dal parroco don Giovanni Posteraro (Lago 26 ottobre 1867/ Napoli 1952)

Con i primi pastori realizzati da Mastro Girlando ed utilizzando anche i pastorelli piu antichi che erano gia presenti in chiesa (provenienti forse da donazioni dei fedeli, visto che gli stessi sono di diverse fatture e dimensioni) e ancora da noi custoditi, adesso sappiamo che l’autore del presepe, che si faceva a quel tempo nella cappella di san Giuseppe era il padre stesso del giovane Girlando, mastro ‘Ntoniu e Gesimina, Antonio Politano, (Lago 9 giugno 1871/ 24 gennaio 1953).

Il soprannome della famiglia, “Gesimina” deriva dalla mamma di Antonio: Gelsomina Posteraro.

Quindi mastro Ntonio per qualche anno continuò a fare il presepe in chiesa fino a quando a causa della sua eta avanzata, verso la fine degli anni ’30 del 900, chiamò per farsi aiutare un giovane del paese, anche lui come il figlio Girlando artista autodidatta, che fino da ragazzino con la creta di Margi si divertiva a realizzare figure di santi e pastorelli per il presepe, Egisto Zaccaria, nato il 25 settembre 1928, tuttora vivente in Canada, dove anche il quella terra ha continuato la sua passione artistica realizzando figure presepiali e monumenti di santi e Madonne in argilla in cemento a grandezza naturale…

Egisto (Gistu e Chiara) dunque fin da adolescente aiutava mastro ‘Ntonio a fare il presepe a san Giuseppe e quando quest’ultimo, ormai anziano gli lasciò il suo incarico egli continuò, anche in età adulta, per quasi trenta anni fino a quando non decise, come tanti, per necessita di emigrare in Canada nel 1962..

Nel frattempo molte volte passava il suo tempo libero a tenere compagnia e collaborare in qualche modo con mastro Girlando come quando nel 1946 venne realizzato il Cristo Re, voluto da don Federico da collocare nella piazza omonima.

Dopo il 1962, con la partenza di zio Egisto purtroppo non si ebbe nessuna continuità della costruzione del presepe e si dovette aspettare il dicembre del 1975, quando il Parroco don Federico Faraca, (Pedace 24 maggio 1915/ Lago 31 ottobre 1994) , diede incarico ad un gruppo di suoi ex chierichetti, “i ragazzi della notte”, come li aveva ribattezzati amabilmente, perché non piu bambini e non ancora giovanotti, ma abbastanza grandi, comunque, da restare fuori casa fino a tardi….

Dal 1975 ad oggi è stata tutta una tirata, del gruppetto iniziale negli corso degli anni ci sono state partenze e avvicendamenti, al sottoscritto, unico superstite di quei chierichetti, è toccato per pura casualità, ma con grande caparbietà, di dover tirare per questi ultimi 49 anni il carro, non arrendendomi alle difficoltà e coinvolgendo tanti validi amici che hanno condiviso e portato avanti con me questa esperienza, ed auspicando di trovare, in special modo in questi ultimi anni in cui l’età avanza e le forze cominciano a venir meno, dei giovani volenterosi a cui lasciare il testimone affinché si possa continuare a scrivere questa bella pagina di storia laghitana iniziata nel 1928.

Io continuo a sperare fortemente che l’arte natalizia e la tradizione del presepe di san Giuseppe non debba terminare con chi l’ha portata avanti fino ad oggi ma prosegua per gli anni a venire. Me lo auguro per amore del mio paese.

Nicola Scanga

p.s. per i dati anagrafici e le foto mi sono avvalso dell’utilissimo lavoro che sta facendo l’amico Giuseppe Cino sul cimitero di Lago. vi invito a visitare la pagina riguardante il cimitero del nostro paese per trovare la vostra genealogia e i legami di parentela.

https://it.findagrave.com/cemetery/2691035/lago-cemetery

A little history of our house

We know the story of the creation of the shepherds of the church of San Giuseppe because it was told by mastro Girlando Politano (Lago 14 October 1912/22 March 1988), on various occasions and in more depth during an interview he gave to the television broadcaster Telespazio Calabria in 1986 .

However, we knew very little about who used his shepherds in the following years to create the nativity scene in the church of San Giuseppe, between 1928 and 1975,

Recently, thanks to the stories of my uncle Egisto Zaccaria, I reconstructed the missing parts of this story which will celebrate its century of existence in a few years.

We remember that the chaplain of the church of San Giuseppe was Don Nicola (Leopoldo Mariano) Muti, (Lago 21 February 1874/29 October 1960) but the shepherds were commissioned by the parish priest Don Giovanni Posteraro (Lago 26 October 1867/Naples 1952)

With the first shepherds made by Mastro Girlando and also using the oldest shepherds that were already present in the church (perhaps coming from donations from the faithful, given that they are of different make and size) and still kept by us, we now know that the The author of the nativity scene, which was made at that time in the chapel of San Giuseppe, was the father of the young Girlando, mastro ‘Ntoniu e Gesimina, Antonio Politano, (Lago 9 June 1871/ 24 January 1953).

The family nickname, “Gesimina” comes from Antonio’s mother: Gelsomina Posteraro.

So mastro Ntonio continued to make the nativity scene in the church for a few years until, due to his advanced age, towards the end of the 1930s, he called for help from a young man from the village, also like his son Girlando, a self-taught artist. , who since he was a boy enjoyed making figures of saints and shepherds for the nativity scene with Margi’s clay, Egisto Zaccaria, born on 25 September 1928, still living in Canada, where he also continued his artistic passion by making figures nativity scenes and monuments of saints and Madonnas in life-size concrete clay…

Egisto (Gistu e Chiara) therefore, since he was a teenager, he helped mastro ‘Ntonio to make the nativity scene for Saint Joseph and when the latter, now elderly, left him his task he continued, even into adulthood, for almost thirty years until he he decided, like many others, to emigrate to Canada in 1962

.

In the meantime, zu Gistu often spent his free time keeping company and collaborating in some way with mastro Girlando, such as when Cristo Re was created in 1946, wanted by Don Federico to be placed in the square of the same name.

After 1962, with the departure of Uncle Egisto, unfortunately there was no continuity in the construction of the nativity scene and we had to wait until December 1975, when the parish priest Don Federico Faraca, (Pedace 24 May 1915 / Lago 31 October 1994), gave the commission to a group of his former altar boys, “the boys of the night”, as he had amiably renamed them, because they were no longer children and not yet young men, but old enough, in any case, to stay out of the house until late….

From 1975 to today it has all been a struggle, over the years there have been departures and changes from the initial group, the undersigned, the only survivor of those altar boys, was forced by pure chance, but with great stubbornness, to have to carry on for the latter The wagon has lasted 49 years, not giving in to the difficulties and involving many valid friends who have shared and carried forward this experience with me, and hoping to find, especially in these last years in which age is advancing and strength is starting to fail , willing young people to whom we can pass the baton so that we can continue to write this beautiful page of Laghitana history that began in 1928.

I continue to strongly hope that Christmas art and the tradition of the nativity scene of Saint Joseph must not end with those who have carried it forward to date but will continue for years to come. I hope so for the love of my country.