Nato a Lago il 14 Ottobre 1912 da una famiglia numerosa e di modeste condizioni economiche, pur mostrando fin da piccolo una spiccata predisposizione nel campo artistico, non ha potuto frequentare un corso regolare di studi, Inoltre la mancanza nella zona, di una scuola o una “bottega dell’arte” , ha costituito un ulteriore ostacolo all’apprendimento delle “tecniche”.
Dalla sia pur rara presenza a Lago di qualche artista venuto da fuori, pittori soprattutto, incaricati per il restauro delle chiese e statue locali, ha cercato di trarre il massimo delle conoscenze, offrendosi sempre volontario per la preparazione dei colori, al fine di carpire il segreto degli impasti, uso ed effetto del colore, nonché delle tecniche prospettiche.
Il suo estro artistico , spontaneo e naturale, arricchitosi con una meditata rielaborazione personale, autodidatta, spazia dalla scultura, di prevalente carattere sacro (materiali usati: cemento,creta, gesso, stucco, legno) alla pittura ( di tipo tradizionale, inteso come rappresentazione della realtà, della natura, degli oggetti di della vita quotidiana).
Una delle sue prime opere (1928-1931) e stato il Presepe creato per la Chiesa di San Giuseppe, su sollecitazione e ispirazione del parroco dell’epoca Don Giovanni Posteraro, che nel regalargli un antico libro sacro sul “Vecchio e Nuovo Testamento” ne favorì la puntuale lettura, la discussione critica, la traduzione in figure presepiali antiche ma che avessero attinenza anche nel micro cosmo della vita locale, nelle sue varie attività e mestieri.
L’opera realizzata con la creta di Margi, legno e stoffa, in costumi tradizionali, comprende la Natività ed una serie di figure presepiali (h 60/70 cm) in numero di 24 pezzi.
Con la stessa serie sono stati create: per la Chiesa della SS. Annunziata (1932-34) una serie di “Angeli Serafini” ed altre figure presepiali, mentre per una collezione privata un Presepe completo di Natività e pastori vari di altezza tra i 30 e 40 cm ( 1938) che nel modo di portare gli oggetti nei costumi, nei volti, esprime una freschezza inventiva popolaresca ed ingenua nel contempo.
Fra le opere di scultura, oltre alla creazione di un certo numero di statue di Santi in creta e gesso sparsi in provincia, ricordiamo: una testa di Cristo (1931) e una testa di discobolo ( 1937) in cemento; due aquile ed una “Colomba della Pace” (1952), in gesso, tutte appartenenti a collezioni private. Inoltre due “Misteri” per la processione del Venerdì Santo, ed esattamente il cristo con la croce sulle spalle che si avvia a salire sul Golgota (Chiesa di San Giuseppe e SS Annunziata).
Nel campo della pittura si segnala oltre ad una serie di quadri riproducenti gli angoli più suggestivi di Lago, nature morte , paesaggi e vedute varie, una tela con la figura S. Alfonso dei Liguori ( chiesa San Nicola) ed una copia del quadro raffigurante Santa Maria del Soccorso con in braccio il Bambino e San Giovannino, sistemata sopra l’altare maggiore dell’omonima Chiesa in sostituzione dell’originale ( dipinto attribuito a scuola Raffaellita) rubato nel 1985 e successivamente recuperato dalle forze di polizia.
Altro campo dei suoi interressi: mosaici con utilizzo di materiali poveri, come frammenti di bottiglie; restauro di statue (San Nicola, Madonna dei Monti), rifacimenti di stucchi e capitelli in varie chiese di Lago (Santa Maria del Soccorso), realizzazione nella chiesa di San Giuseppe dell’omonima cappella con capitelli e stucchi neoclassici della medesima fattura della chiesa e ristrutturazioni in altre chiese di altri paesi ( Grimaldi, Rogliano, Cervicali, San Marco Argentano).
La morte (22 Marzo 1988) lo ha colto mentre si apprestava a realizzare il suo progetto di creare, a Lago, un complesso monumentale in cemento grezzo, raffigurante la deposizione del Cristo morto in braccio alla Madre, con la presenza della Maddalena e di altre Pie donne,, da collocarsi nei pressi della Croce ferrea, posta in ricordo delle Missioni in via Cesare Battisti.
Ettore Politano Fonti Calabria e Lucania ” I Presepi” a cura di A Appella; Libri Scheiwiller. Milano 1993; Rivista Agorà- N° 4 Dicembre 93
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